Lipstick, femme, chapstick: ecco tutti i termini usati per descrivere una lesbica

Lipstick, femme, chapstick, tutti i termini usati per descrivere una lesbica.

Sfatiamo il mito che vede le ragazze lesbiche solo ed esclusivamente come dei “maschi mancati” o delle “camioniste dai capelli corti”, anche perché mia zia fa la camionista ma è sposata con un uomo.
All’interno dell’LGBT world possiamo individuare diverse tipologie di ragazze, siano esse lesbiche o bisessuali, definendole tramite una serie di parole inglesi che racchiudono le loro caratteristiche su uno spettro che ha come estremi due punti:
la massima femminilità;
la massima mascolinità.

Le femme: sono le ragazze molto femminili. Abbracciano la loro femminilità in modo del tutto naturale, dal trucco, ai capelli lunghi e sempre ben sistemati, unghie perfette, curate e un modo di vestire sempre femmineo.
La cui maggior parte preferisce ragazze più mascoline.
In questa tipologia incontriamo le classiche insospettabili in grado di mandare in tilt anche i gay radar più allenati.

Le lipstick: sono una variante delle femme, la cui femminilità è voluta e ricercata ma, a differenza della prima tipologia, preferiscono anche ragazze femminili.

Le lipstick blue jeans: sottocategoria delle precedenti, trovano la sola differenza nell’indossare abiti più casual ed informali.

Le chapstick: il nome di questa tipologia è stato coniato dalla massima icona lesbica attrice e conduttrice tv, Ellen DeGeneres. Quando durante un’intervista le venne chiesto con quale delle tipologie si identificasse, lei rispose “chapstick” .
In contrapposizione con le lipstick (in italiano lucidalabbra) , chapstick è la marca del più famoso burro cacao americano (equivalente al nostro Labello), lei si sentiva semplicemente così, una tra tante, non volendosi identificare con nessuna delle altre categorie.

Si tratta per lo più di una tipologia che rappresenta una via di mezzo tra le femminili e le mascoline: troviamo sia ragazze con i capelli lunghi che corti, non amanti del trucco, che non si vestono in modo particolarmente femminile come possono essere le femme e le lipstick, ma nemmeno da maschiacce.
Negli anni 50 e 60 erano chiamate kiki, per indicare appunto quelle lesbiche/bisessuali che non si sentivano né eccessivamente femminili né eccessivamente mascoline.

Le tomboy: sono una sfumatura delle ragazze mascoline che, a differenza delle maschili per eccellenza, mantengono delle caratteristiche prettamente femminili con capelli non necessariamente corti e non sempre rinunciano al trucco o ad abiti più femminei.

Le butch: Il termine prettamente inglese è molto diffuso tra i camionisti tanto da rendere le butch le classiche “camioniste” delle lesbiche/bisessuali.
Sono, per la maggior parte, ragazze molto maschili sia esteticamente che caratterialmente, indossanti vestiti androgini, spesso larghi per nascondere le forme del corpo. Hanno capelli corti e detestano il trucco.
Caratteristica fondamentale è la loro corporatura, tendenzialmente massiccia e dai lineamenti duri e marcati.

Le soft butch: sono una sfumatura della precedente tipologia, una versione più delicata e meno mascolina delle butch.

Le power dyke: sono le cosiddette “lesbiche di potere”, particolarmente dominanti in ogni ambito. Esteticamente caratterizzate da lineamenti femminili sotto un completo giacca e camicia.

Le bieban: fuori categoria ma degne di nota, sono le bieban, le lesbiche che assomigliano a Justin Bieber.

Ovviamente si tratta di una serie di tipologie prettamente indicative che non vogliono in alcun modo offendere o ledere la sensibilità altrui.
Alla fine, etichette o tipologie che siano, a volte fa sentire bene sapere di appartenere a qualcosa che ci aiuti a sentirci meno soli.

-Kla Canepari

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