Le prime volte di una lella. § Articolo di Emme §

Le abbiamo avute tutti, molte volte sono state disastrose e ci hanno lasciato una cicatrice sia morale che fisica che probabilmente durerà in eterno.

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Tuttavia non possiamo farne a meno perché sono utili e poi dobbiamo pure raccontarle no? Di cosa parlo? delle Prime volte of course.La vita si sa è un susseguirsi di prime volte, la prima parola, la prima caduta in bicicletta e la prima volta in cui la tua ragazza si presenta con uno Strap-on di 24 cm.

Adoriamo le prime volte e siccome la prima volta non si scorda mai, ho raccolto le mie e ho deciso di scriverne un articolo così tanto per rendervi partecipi. Sorvoliamo sulla prima parola e cazzate varie, è un blog per lesbiche non un catalogo per neo mamme suvvia, direte, vogliamo la ciccia!

Eccovi accontentate, partiamo blande:
LA PRIMA VOLTA CHE HO FATTO COMING OUT
Come tutti sappiamo Il Coming Out è un momento importantissimo. E’ una fase cruciale per la giovane lesbica che necessita di uscire dall’armadio pieno di camicie di flanella, Poster di Buffy , la medaglia vinta con la squadra di Softball del liceo e innumerevoli cofanetti di film come “l’altra metà dell’amore” ma solo perché “ti piace come recita la Burton”.
Sei anni fa, Il mio armadio stava letteralmente per scoppiare. La prima volta che feci coming-out non fu quindi una sorpresa quasi per nessuno tranne per mia madre. Ovviamente. Quando glielo dissi eravamo in auto, fece una frenata così brusca che il giorno dopo qualcuno depose dei fiori in quel punto pensando ad un incidente d’auto. Come dicevo mia madre frenò e si fece ripetere la cosa ancora per un paio di volte. Alla terza ero tentata di farle un disegnino, solo poi ho capito che era in stato di shock. E ho taciuto preparandomi all’evenienza di chiamare un’ambulanza.
Anyway niente di grave, si è ripresa alla grande  ed ora, quando io e le mie sorelle portiamo a casa i nostri partner , maschi loro e donne io, da brava mamma chioccia li minaccia a pari livello di evirarli in caso ci dovessero far soffrire.
LA PRIMA VOLTA CHE HO FATTO SESSO.
Ci sono cose che tuttavia  le nostre madri  non dovrebbero sapere. La prima volta  che la figlia fa sesso è ovviamente una di queste.
Premetto che sono del 1990, ciò significa che non avevamo Facebook e che le uniche risorse erano siti di nicchia (o minchia data l’elevata percentuale di infiltrati vergamuniti) e un radar primordiale che per i primi tempi funzionava veramente di merda.
Bisognava dunque arrangiarsi.
La prima ragazza è sempre un problema, avevo 17 anni, era amica di amici, era una butch dalle dita giganti. Guidava una motocicletta e rispecchiava esattamente lo stereotipo che una persona totalmente ignorante del mondo lesbico, come ero io all’ora, in genere ha.
Ci frequentiamo per qualche tempo e poi la prima volta: disastrosa.
Forse per via delle dita gigantesche. Forse per il fatto che non sapevo molto bene come muovermi.
Sembrava una partita di Twister tra ciechi.
A volte sogno ancora quelle dita gigantesche e mi risveglio gridando di terrore.
Col tempo si migliora tranquille, sia nella tecnica che nella scelta della partner, leggete il prossimo punto.
LA PRIMA VOLTA CHE  HO PROVATO UN SEXTOY
Erano passati anni e anni dal primo atto sessuale, il mio gusto si era affinato NOTEVOLMENTE e avevo da qualche mese iniziato a frequentare la donna più fantastica del pianeta con la quale non poi che non immaginare di farci miliardi di figli e costruire una casetta di mattoni rossi circondata da un giardino di papaveri profumati: la mia EX. Appunto. Non formalizziamoci è finita ma ci vogliamo ancora bene su.
La mia ragazza di all’ora era  la tipica mogliettina, un’infermiera sia di carattere che di mestiere.
Finché un giorno si presenta davanti a e a modi scena di Psyco agitando uno Strap-on dildo color fucsia di 24 centimentri, ribattezzato “Freddy l’impalatore”.
Ricordo le esatte parole che ho pronunciato quel giorno “QUEL COSO NON ENTRERA’ 
DENTRO DI ME”.
Inutile dire che alla fine ci è entrato è che infondo non è andata affatto male!
Non fate le lesbiche perbeniste, Freddy e i suoi amici se usati bene possono arricchire l’atto sessuale. Quel giorno quel gentiluomo dal cuore di silicone è diventato il mio migliore amico.
LA PRIMA VOLTA CHE HO DETTO TI AMO
La prima volta che ho detto ti amo è stato all’asilo, io ed un ragazzino dai riccioli biondi e ricco da far schifo, quello l’ho scoperto più avanti quando sono diventata superficiale e venale, ci baciavamo dietro i cartelloni all’asilo e ci dicevamo “Ti amo” ogni giorno. Eravamo una splendida coppia , almeno fino a quando non ha deciso che Candy (si chiamava così), non era molto più carina di me e mi ha lasciano in lacrime nella casetta nel cortile.
Il problema era che anche io trovato molto carina Candy e che quindi le mie lacrime in quella casetta fossero un po’ per entrambi. DETTAGLI.
Dunque, per concludere questa era l’ultima prima volta ma voglio dire una cosa sul “ti amo”.
Ad eccezione delle prime volte di cui vi ho raccontato il ti amo è una prima volta anomala. Nonostante tu ti riprometta che non lo dirai mai più perché la precedente ragazza ti ha spezzato il cuore con un’ascia da guerra e poi l’ha calpestato come le mondine sull’uva è inevitabile che finirai per dirlo nuovamente, perché ne arriverà un’altra, magari quella giusta e quel cuore pieno di cerotti si risveglierà come di colpo. Qualcuno dice che il primo ti amo è il più importante e che quelli successivi sono più semplici, ma non ho mai creduto che fosse così.
Ogni ti amo è importante. Anche quelli detti alle persone sbagliate.  Anche quelli che non hai ancora detto.
Ogni volta che dici ti amo è come se fosse la prima volta, si è sempre vergini in questo senso. Magari la paura aumenta, magari il tono di voce diventa più basso, quasi sussurrato ma l’emozione è sempre la stessa. E non cambia mai.
-Emme
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