Simbologie e bandiere della sessualità

Simbologie e bandiere della sessualità

La comunità LGBT, nel corso degli anni, ha adottato alcuni simboli che identificano l’unità, l’orgoglio del proprio orientamento, i valori condivisi e la reciproca fedeltà.

Questi simboli comunicano idee, concetti ed identità sia all’interno della comunità stessa che nelle altre culture tradizionali.

Qui un viaggio attraverso quelli che sono i più importati:

 

 Il triangolo rosa

 

 

Veniva utilizzato dai nazisti nella seconda guerra mondiale come un vessillo di vergogna, Il cui colore era stato ovviamente scelto per spregio nei confronti di chi era ritenuto intrinsecamente effeminato. Si stima che ben 220.000 gay e lesbiche sono morti con i 6.000.000 ebrei che i nazisti sterminarono nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale su volontà di Hitler.

Dopo la nascita del movimento di liberazione omosessuale il triangolo rosa è stato rivendicato e riutilizzato, in gesto di sfida, da parte del movimento gay, diventando un simbolo politico. In una variante di tale uso politico, in particolare da parte del gruppo Act Up, il triangolo è stato invertito e la punta è stata girata verso l’alto anziché verso il basso, a significare il ribaltamento della simbologia omofoba.

Anche le associazioni contro l’AIDS hanno adottato il triangolo rosa rovesciato per simboleggiare la “lotta attiva” contro HIV/AIDS, piuttosto che una “passiva rassegnazione al destino”.

 

 Il triangolo rosa e giallo

Il triangolo rosa e giallo è stato utilizzato per segnalare gli ebrei omosessuali, dove dall’unione dei due triangoli ne usciva una stella di David marchiata però dalla vergogna del colore rosa, usato per disprezzare gli omosessuali.

 

Il triangolo nero

 

Il triangolo nero era il simbolo di stoffa affibbiato sulla divisa degli internati nei campi di concentramento nazisti assegnato agli individui classificati come “asociali”, cioè a quelli ritenuti una minaccia ai valori ideologici delle famiglie del Terzo Reich. La maggioranza di questi prigionieri erano malati mentali, senzatetto, alcolisti, coloro che erano ritenuti “fannulloni”, prostitute e tutte quelle donne incarcerate per “comportamento antisociale”, che includeva qualsiasi cosa dal femminismo, al lesbismo, alla prostituzione; ovvero la donna che non era conforme all’eteronormalità e che si discostava dall’immagine dell’ideale nazista di donna.

 

I triangoli rosa e blu

 

Il simbolo dei triangoli rosa e blu sovrapposti rappresenta la bisessualità e l’orgoglio di bisessuale. L’esatta origine di questo simbolo, denominato scherzosamente “biangolo”, rimane ambigua. Si pensa che il triangolo rosa possa rappresentare l’omosessualità, per gli ovvi motivi sopracitati, mentre quello blu per l’eterosessualità; i due insieme formano il colore lavanda, che rappresenterebbe quindi una miscela di entrambi gli orientamenti sessuali. E’ possibile anche che il rosa rappresenti l’attrazione per le femmine, il blu quella per i maschi ed infine il color purpureo l’attrazione per entrambi.

Il simbolo della luna bisessuale

 

Il simbolo della luna bisessuale è stato creato per evitare l’utilizzo del triangolo rosa di stampo nazista. Viene solitamente raffigurato con i colori proprio della bandiera bisessuale.

 

 

La bandiera arcobaleno della cultura gay  

 

La bandiera arcobaleno (chiamata anche bandiera rainbow o bandiera gay) è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento di liberazione omosessuale (orgoglio gay).

È diventata la bandiera simbolo di tutta la comunità LGBTQIA+.

Si differenzia dalla bandiera della pace principalmente per l’assenza della scritta PACE, ma anche perché la disposizione dei colori è speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella gay), e infine perché la bandiera della pace prevede sette strisce colorate al posto delle sei di quella LGBT.

Fu creata nel 1978 a San Francisco dall’artista Gilbert Baker, ed aveva in origine otto colori, ognuno simboleggiante un aspetto caro alla simbologia New age:

Rosa : Sesso

Rosso: Vita

Arancione: Salute

Giallo: Luce del sole

Verde: Natura

Turchese: Arte

Indaco: Armonia

Violetto: Spiritualità

Per ragioni di difficoltà e costo nel reperire tutti i colori previsti, le tinte si sono successivamente ridotte prima a sette e poi alle attuali sei.

 

bandiera arcobaleno a sette colori”

 

Gilbert Baker progettò la bandiera arcobaleno per Festa della Libertà Gay di San Francisco del 1978. La bandiera non mostra un arcobaleno vero e proprio, quanto i suoi colori che vengono rappresentati come strisce orizzontali, a partire dal rosso sopra, per finire col viola sotto. Esso rappresenta la diversità di gay e lesbiche di tutto il mondo. Il numero di strisce venne ridotto a un numero pari per prevenire che il colore intermedio venisse nascosto e l’indaco cambiato in blu reale.

La versione originale a otto colori sventola sopra il Castro di San Francisco e sul LGBT Community Center di New York City.

Il rosso sta per la vita, l’arancione per guarigione, il giallo è sinonimo di luce del sole, il verde simboleggia la natura, il blu l’armonia, mentre il viola è l’anima.

La bandiera arcobaleno è stata pensata e creata per essere un simbolo sostitutivo senza alcuna negatività al suo interno al contrario del triangolo rosa.

 

Le bandiere della cultura lesbica

Attualmente ci sono 4 tipologie di bandiere dell’orgoglio lesbico:

 

  1. Bandiera delle Chapstick / Femme / Tomboy/

 

Le sfumature di rosso, viola e rosa rappresentano i colori femminili per eccellenza. Questa bandiera rappresenta genericamente le lesbiche più femminili, lipstick incluse nonostante queste ultime abbiano una propria variante della banidera.

 

  1. Bandiera delle Lipstick

 

Identica in tutto e per tutto a quella della cultura lesbica generale, differisce solo per la presenza di un bacio stampato sul margine superiore sinistro, classico segno delle lipstick (ovvero una variante delle femme, sono le ragazze lesbiche la cui femminilità è voluta e ricercata).

 

 

  1. Bandiera delle Butch

  Prima versione

 

 

Seconda versione

 

La prima versione della bandiera dell’orgoglio delle lesbiche Butch (ragazze molto maschili sia esteticamente che caratterialmente, indossanti vestiti androgini, spesso larghi per nascondere le forme del corpo, con capelli corti e non amanti del trucco), è stata creata da Dorian-Rutherford e si presume che I colori, sfumati nelle varie tonalità di blu, rappresentino probabilmente lo spettro della mascolinità mentre la banda più tendente al bianco stia ad indicare il genere.

La seconda versione della bandiera, creata sempre da Rutherford rappresenta una rivisitazione della prima ma con colori caldi che pare rappresentino le qualità delle ragazze butch piuttosto che il loro grado di mascolinità. Rutherford non ha mai dato spiegazioni ufficiali riguardo alle due versioni delle bandiere, si tratta per lo più di significati attribuitigli dalla cultura butch nel corso del tempo.

 

  1. Bandiera del Labrys lesbian pride

La bandiera del “Labrys lesbian pride”, letteralmente dell’orgoglio lesbico dell’ascia bipenne, rappresenta tutte quelle donne lesbiche, femministe e gynephiliche.

La Labrys, o ascia da battaglia a doppia lama, si ritrova nelle culture preistoriche europee, africane ed asiatiche; era un simbolo usato nell’antica civiltà minoica (associata con la potenza matriarcale, la partenogenesi) e, nelle leggende dell’antica Grecia, utilizzato dalle amazzoni. La religione della civiltà minoica era incentrata sul potere di una dea a torso nudo. In quel tempo si credeva che fosse la protettrice delle donne, e questa dea veniva raffigurata con dei serpenti che si estendono dalle sue mani (simbolo di fertilità e agricoltura) e circondata da devoti con asce a doppia lama (che venivano usate per coltivare la terra). Nelle tribù di amazzoni, oltre che un simbolo lunare, con il suo doppio crescente, era anche simbolo delle due regine. Essa è anche associata con le dee greche Demetra e Artemide.

Nella cultura lesbica e femminista la labrys è ritornata ad essere un simbolo femminile di forza e di indipendenza ed è attualmente utilizzato per rappresentare il movimento lesbico e femminista. “Labrys” è anche il titolo di una rivista internazionale a fruizione telematica.

L’aggiunta del triangolo nero sullo sfondo è un simbolo: indica le molte donne costrette ad indossarlo sugli abiti durante la detenzione nei campi di concentramento nel periodo dell’Olocausto.

Esse venivano arrestate e incarcerate per “comportamento antisociale”, che includeva qualsiasi cosa dal femminismo, al lesbismo, alla prostituzione; ovvero la donna che non era conforme all’eteronormalità e che si discostava dall’immagine dell’ideale nazista di donna: cuoca, donna delle pulizie, casalinga, balia etc, venivano marchiate con un triangolo nero. La comunità lesbica odierna ha recuperato questo simbolo, come gli uomini gay hanno reclamato il triangolo rosa.

 

La bandiera della cultura bisessuale

 

La bandiera dell’orgoglio bisessuale è nata il 5 dicembre del 1998 per rappresentare la comunità bisessuale.

Il disegnatore della bandiera, Michael Page, volle dare un proprio simbolo alla comunità bisessuale, paragonabile all’uso di successo della bandiera arcobaleno delle comunità gay, in modo da aumentare la visibilità delle persone bisessuali come un gruppo distinto di persone tra le persone omosessuali e quelle eterosessuali. Altri simboli utilizzati in quel periodo (come il semplice simbolo del triangolo rosa capovolto, sovrapposto al triangolo blu, a formare un terzo triangolo di colore viola) non erano adatti come bandiere o marchi.

La bandiera è costituita da tre colori diversi: in alto, una striscia magenta che rappresenta l’orientamento omosessuale; in fondo, una striscia blu che rappresenta l’orientamento eterosessuale e al centro, una striscia viola che è un quinto della bandiera e il cui colore simboleggia la combinazione tra i due orientamenti sessuali.

C’è un simbolismo molto forte legato alla bandiera poiché il colore viola, sfuma verso il blu e il magenta in modo del tutto naturale, così come nel “mondo reale”, dove le persone bisessuali si mescolano tranquillamente tra le comunità gay ed etero.

L’ILGA (International Lesbian and Gay Association) ha stabilito che il 23 settembre è la giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale.

In Italia non c’è mai stato un “Bisex pride” poiché all’interno del mondo LGBT tale orientamento, così come gli altri orientamenti sessuali e identità di genere, non viene emancipato in quanto incluso nel tessuto interno del movimento. Vengono fatti vari incontri sulla bisessualità (solitamente tenuti nella settimana del 23 settembre) per cercare di superare pregiudizi e discriminazioni.

 

Continua…

 

-Kla Canepari 

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