Lezioni di slang: tutte le parole da conoscere nel mondo LGBT

Non conoscete lo slang del mondo LGBT, ecco qui una lista.

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Il vario mondo LGBT si contraddistingue per la sua immensa fantasia e per l’utilizzo di parole, non proprio comuni, che ne scandiscono il ritmo, le persone che vi appartengono e le diverse possibili situazioni che si verificano.
Ecco un viaggio attraverso quelle più comuni:

Gayradar: fusione inglese di due parole (gay e radar). Indica quella particolare capacità che avrebbero molti omosessuali e non, nel riconoscere i propri simili in qualsiasi situazione. Un’abilità che consiste nel capire l’orientamento sessuale di una persona attraverso l’intuito e il linguaggio non verbale.
Il gayradar avrebbe dei fondamenti scientifici. Un primo studio del 1999 avrebbe dimostrato che si tratti di uno strumento soprattutto omosessuale poiché i gay si sarebbero mostrati più capaci di individuare altri omosessuali.

Attivo: nel contesto del comportamento sessuale umano, il ruolo sessuale attivo (che si riferisce unicamente alla prestazione sessuale) è quello del partner che penetra, o di quello che preferisce penetrare (ruolo insertivo) durante il rapporto sessuale, sia omosessuale che eterosessuale, assumendone il ruolo predominante.
Anche nel sesso orale si definisce attivo colui che ha ruolo insertivo.

Passivo: la controparte è il ruolo passivo, quello del partner che prova piacere nel subire (ruolo ricettivo) durante il rapporto sessuale, sia omosessuale o eterosessuale.

Frociarola/ fruit fly: indica le donne eterosessuali che hanno come amici stretti uomini omosessuali. L’amicizia ruota prevalentemente intorno ai medesimi gusti sessuali.

Unicorn: si tratta di una ragazza bisessuale che vuole avere un threesome insieme ad una donna ed un uomo. Sono così dette poiché sono rare e difficilmente esistono.

Size queen: indica il ragazzo gay a cui importa solo della lunghezza del pene.

Arcigay: la più grande associazione gay italiana con sedi sparse in quasi tutte le città.

Arcilesbica: la più grande associazione lesbica italiana con sedi sparse in quasi tutte le città.

Coming out: Il ‘venire fuori’, dichiarare la propria sessualità agli altri volontariamente e spontaneamente.
Nel mondo LGBT l’espressione coming out è usata per indicare la decisione di dichiarare apertamente la propria sessualità o la propria identità di genere. Questa espressione deriva dalla frase inglese “coming out of the closet” (“uscire dal ripostiglio” o “uscire dal nascondiglio”, ma letteralmente “uscire dall’armadio”), cioè “uscire allo scoperto”.
Con questo significato, comunque, è parecchio utilizzato in italiano il verbo “dichiararsi”.
L’opposto di una persona che ha fatto coming out (“dichiarata”) è indicata nel gergo gay col termine “velato”. Nel coming out si tendono ad identificare due fasi; la prima, chiamata anche coming out interiore, e la seconda, quella più conosciuta, in cui l’individuo si dichiara alla società.
L’idea del coming out fu introdotta nel 1869 dall’omosessuale tedesco Karl Heinrich Ulrichs, un pioniere del movimento per i diritti di gay, lesbiche e transgender.
Egli vedeva nel coming out un mezzo di emancipazione pertanto esortava altri omosessuali ad “uscire allo scoperto”.

Outing: l’espressione coming out, che indica una scelta deliberata, è molto spesso confusa con outing, che indica invece l’esposizione dell’omosessualità di qualcuno da parte di terzi individui senza il consenso della persona interessata.
Rivelare l’orientamento sessuale altrui può trovare seguito penale.
L’outing, per la comunità gay, è giustificato solo quando la persona in questione, è una figura pubblica coinvolta attivamente nell’opprimere o nel negare i diritti propri del gruppo di persone a cui loro stessi appartengono. In tali casi la “violenza” dell’outing può essere giustificata dal fine.

Closet (in the): “stare nell’armadio”. Indica l’omosessuale che non dichiara espressamente di essere tale o che comunque fa di tutto per nascondere il proprio orientamento sessuale, fino a fidanzarsi e sposarsi con una persona del sesso opposto al proprio.

Bird: letteralmente indica i fidanzati/e di copertura.
Si ha quando persone gay non ancora dichiarate si fidanzano con altre del sesso opposto così che le aiuti metaforicamente a “stare nell’armadio”.

Platinum gay: si intende un ragazzo gay, nato tramite parto cesareo, che non ha mai toccato una vagina.

U-HAUL: con questa espressione si indica uno stereotipo delle relazioni lesbiche, riferito al fatto che le ragazze tendono ad andare fino in fondo dopo il secondo appuntamento.

Krisbian: con questa parola si indicano le ragazze etero disposte a diventare gay per Kristen Stewart.

Stone: indica una ragazza lesbica che prova piacere nel dare piacere e preferisce non subire.

Pillow princess/queen: questa espressione inglese (letteralmente “principessa/regina del cuscino”) indica una tipologia di lesbiche che, durante i rapporti sessuali, non prende parte attiva ma assume un ruolo esclusivamente “passivo” o “ricettivo”.

Gal pals: indica quel momento in cui una persona etero non si rende conto che due ragazze lesbiche abbiano effettivamente una relazione, ritenendole semplicemente migliori amiche.

Baby dike: sono le ragazze lesbiche appena dichiarate.

Golden/gold star: Una golden star è una persona omosessuale che non è mai stata a letto con una del sesso opposto.

Platinum Star: indica le ragazze lesbiche che non hanno mai nemmeno baciato un uomo e che probabilmente, non sono nate dalla fecondazione dello sperma di un ovulo ma si sono riprodotte per partenogenesi nell’utero materno.

Lone star: espressione propria di tutta la sessualità, indica quella persona che è stata a letto con solo una in tutta la sua vita.

Hasbian: “has been lesbian”, sono delle ragazze ex lesbiche, ovvero che prima si sono dichiarate lesbiche, poi sono diventate etero.

L.U.G. : “Lesbian Until Graduation”, sono quelle ragazze etero, tipiche dei college americani, a cui piace sperimentare intrattenendo così relazioni con altre donne.

Strap-on dildo: è un dildo disegnato per essere indossato (mediante un’imbracatura) per rapporti anali, orali, vaginali e per quant’altro provochi piacere, sia in coppie eterosessuali che in quelle omosessuali.

Bi-curioso: spesso noto nella forma anglosassone Bi-curious, è un termine utilizzato per riferirsi a quelle persone che non si identificano chiaramente come bisessuali né come omosessuali, però si dimostrano curiosi nei confronti di una relazione e di un’attività sessuale con individui del sesso da cui non sono attratti.

Convertire: spingere una persona a far sesso con persone opposte al suo orientamento sessuale.

Crossdressing: Il termine crossdressing denota l’atto o l’abitudine di indossare vestiti comunemente associati al sesso opposto al proprio. Tale definizione non riguarda l’identità di genere o l’orientamento sessuale, quindi non è sinonimo di transessuale o transgender.

Cross-dresser: chi usa vestirsi con abiti del sesso opposto.

Drag king: “re della strada”. Indica una donna che si traveste da uomo con tanto di barba, baffi, fallo finti e seni schiacciati da fasce elastiche. Drag king è un’espressione usata per designare persone, in prevalenza (ma non necessariamente) lesbiche o transgender, che si esibiscono su un palco o in un locale interpretando personaggi maschili famosi.

Drag Queen: “regina del travestimento”. Drag queen è un termine inglese per definire quelle persone in prevalenza (ma non necessariamente) gay o transgender, che si esibiscono in canti e balli dai connotati maliziosi, indossando abiti femminili.
Il termine non si applica alle persone transessuali che hanno effettuato il cambio di sesso.

En femme: L’espressione “en femme” viene utilizzata nella comunità transgender, solitamente da cross-dresser maschi, per descrivere il vestire con abiti femminili o l’esprimere una personalità femminea.

Essere dell’altra sponda: essere omosessuali. Indica con sufficiente disprezzo l’idea dell’essere omosessuali, persone cioè che vivono “in un altro mondo”, sulla sponda opposta a quella delle persone “normali”.

Evakant: lesbica fidanzata con una delinquente.

Famiglie arcobaleno: indica una pluralità di diversi nuclei familiari con figli, composti in prevalenza da coppie omogenitoriali. Possono quindi essere costituite da una coppia gay di sesso maschile con figli, una coppia gay di sesso femminile con figli, un padre gay single, una madre gay single, un padre gay con il suo nuovo compagno, una madre gay con la sua nuova compagna, etc… ma sempre con prole presente.

FTM: acronimo per “female to male”; indica il percorso transessuale dal femminile al maschile. Gli FTM sono persone geneticamente di sesso femminile (aventi cromosomi sessuali XX) che si identificano e si sentono uomini, desiderando di vivere nel ruolo di genere maschile.

MTF: acronimo per “male to female”; indica il percorso transessuale dal maschile al femminile.

Transessuale: chi transita da un sesso ad un altro; il transessuale è chi transita dal femminile al maschile, la transessuale è chi fa il percorso opposto.

Gay friendly: luogo non esclusivamente gay ma ospitale nei loro confronti.

Gay Pride: con l’espressione inglese Gay pride (letteralmente: “orgoglio gay”) si indicano in Italia due concetti distinti: una manifestazione LGBT che si svolge tra giugno e luglio, per le rivendicazioni e i diritti della comunità stessa; l’orgoglio di essere quel che si è, da parte delle persone omosessuali.
L’”orgoglio gay” si basa su tre punti: le persone dovrebbero essere fiere di ciò che sono; la diversità sessuale è un dono e non una vergogna; l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono innati o comunque non possono essere alterati intenzionalmente.
In Italia, il primo Gay Pride nazionale ufficiale si svolse nel 1994, a Roma.

Queer: significa letteralmente eccentrico, insolito. Tutto quanto non è eteronormale.
-Identità di genere: L’identità di genere non deriva necessariamente dalla biologia, e non riguarda l’orientamento sessuale. Nella maggioranza della popolazione, l’identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone “cisgender”). Ad esempio, una donna cisgender: ho gli attributi femminili (sesso); mi sento donna (identità); gli altri mi percepiscono donna (ruolo).
L’identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire “io sono uomo” o “io sono donna”. Esistono persone nelle quali l’identità di genere e sesso biologico non corrispondono: questa discordanza provoca una serie di conflitti interiori, di sofferenze e prende il nome di “disforia di genere” e viene diagnostica come disturbo dell’identità di genere (DIG).

Gender-bender(ing): disubbidiente alle costrizioni anagrafiche. Indica la persona che trasgredisce al comportamento previsto dal ruolo del suo genere sessuale.
Il definirsi “gender-bender” è considerato “una forma di attivismo sociale in risposta ai presupposti o alle generalizzazioni circa i generi”. Alcune/i gender bender si identificano con il genere (maschio o femmina) assegnato alla nascita, ma ne sfidano le norme di comportamento mostrandosi androgini, femminili e con ruoli atipici. Le/i gender bender si possono auto-identificare come transgendered o genderqueer. Altri/e ancora si possono poi identificare come “two-spirit” cioè membri di un terzo genere.

Genderqueer: è l’identità di genere che indica la persona che non si riconosce nel binarismo di genere uomo/donna. Questa persona può considerare la propria identità di genere come qualcosa di “altro” (una sorta di terzo genere), identificarsi con entrambi i generi, con nessuno dei due o con una combinazione di entrambi.
In genere, le persone genderqueer rifiutano la nozione che nel mondo esistano solo due generi, determinati sulla base del sesso della persona. Molti si identificano anche come transgender, un termine onnicomprensivo che include un’ampia gamma di persone, che intendono il proprio genere come diverso da quello assegnatogli alla nascita in base al sesso fisico. Le persone genderqueer possono transizionare fisicamente tramite operazioni chirurgiche, ormoni e altro ma possono anche decidere di non alterare i loro corpi. Possono anche solo transizionare di genere, assumendo in società abbigliamento e atteggiamenti di un genere diverso da quello a loro assegnato.

Cisgender: è un aggettivo usato per indicare una classe di identità di genere, in cui esiste una concordanza tra l’identità di genere del singolo individuo e il comportamento o ruolo considerato appropriato per il proprio sesso, ovvero “qualcuno a proprio agio con il genere che gli è stato assegnato alla nascita”. ”Cisgender” viene utilizzato in senso opposto a “transgender”.

Transgender: chi pensa, vive e si comporta non obbedendo a nessun schema anagrafico. Il termine transgender assume diversi significati a seconda degli ambiti in cui è usato. La sua origine è da identificarsi all’interno del movimento LGBT, nato negli Stati Uniti d’America intorno ai primi anni ottanta, per indicare un movimento politico che contesta la logica eterosessista e genderista, secondo la quale i sessi dell’essere umano sono solo due, che l’identità di genere di una persona debba necessariamente combaciare con il sesso biologico e che il tutto debba restare immodificabile dagli esseri umani.
Il termine “transgender”, quindi, nasce come termine ombrello dentro cui si possono identificare tutte le persone, che non si sentono racchiuse dentro lo “stereotipo di genere” normalmente identificato come “maschile” e “femminile”. Il transgenderismo sostiene che l’identità di genere di una persona non è una realtà duale “maschio/femmina”, ma un continuum di identità ai cui estremi vi sono i concetti di “maschio” e “femmina”.
Pertanto il transgenderismo è da considerarsi come un movimento politico/culturale che propone una visione dei sessi e dei generi fluida, rivendicando il diritto di ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi “maschio/femmina”, senza per questo dover subire stigma sociale o discriminazione.
Possono identificarsi come transgender: la persona transessuale operata (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio); la persona transessuale non completamente operata (che ha lasciato integri i genitali di origine); la persona genderqueer (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale); la stessa che non si riconosce nel binarismo uomo/donna.

Intersessualità: è un termine usato per descrivere quelle persone i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Un individuo intersessuale può presentare caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili che femminili. Le cause di tali anomalie possono essere varie, sia congenite che acquisite (come nel caso di alcuni disturbi ormonali).

-Kla Canepari

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