La teoria del gender

TEORIA GENDER

E se il sesso non fosse definito dalla biologia ma bensì da un dato psicologico e socio-culturale? È una domanda che lascia un po’ perplessi, ma addentrandosi nella Teoria Gender tutto si schiarisce.

 

Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci riconosce tali. Un aforisma che mi ha colpito e che ha riassunto bene il pensiero di questa corrente. Ognuno è libero di identificarsi sessualmente come individuo X o Ya seconda delle sua percezione soggettiva, seguendo quindi solo i propri mutevoli impulsi.

La parole chiave e “decostruire”. Decostruire schemi preconcetti, come l’individuazione di maschi e femmine attraverso la natura. Decostruire per reinventare un nuovo modo di pensare che rinnovi quello obsoleto a cui sono abituate le masse.

Si può dire che l’essere uomo o donna non prescinde mai dall’anatomia, ma non si esaurisce in essa.

C’è chi nasce uomo o donna, ma ha un senso d’appartenenza molto più forte nel rispecchiarsi nell’altro sesso. Ecco perché nasce la teoria gender, o, anche, no-gender.

Dal momento che eterosessualità e omosessualità sono sempre diseguagliate sul piano sociale (ma non solo), questo movimento radica le radici nella negazione della realtà fatta stereotipo.

L’uso dell’asterisco è un modo rispettoso di rivolgersi a chiunque, anche a coloro che per qualsiasi motivo non si identificano nel proprio genere. Ampiamente diffuso nella comunità LGBT, è un altro strumento per evidenziare le differenze e non eliminarle, come tanti credono.

Un messaggio forte e necessario, quello della teoria gender: per progredire non necessitiamo di appianare le differenze, ma di accoglierle.

-RedSara 

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