Il gender X : tutto quello che c’è da sapere sul sesso, genere ed identità di genere

L’avvento del “gender x”

Tutto quello che c’è da sapere sul Sesso, genere ed identità di genere.

E’ datata 13 settembre 2018 quella che le comunità transgender e lgbt della Grande mela chiamano “decisione storica”. Presa dal City Council di New York, permette ai genitori di identificare il genere dei propri figli con la scritta “gender x”, ovvero coloro che non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile.

Gli adulti che lo desiderano potranno cambiare così il proprio certificato di nascita senza che ci sia bisogno di una certificazione medica.

Ma vediamo nel dettaglio cos’è precisamente questo “gender x” e come mai viene data la possibilità ai genitori di sceglierlo.

Occorre fare una distinzione tra diverse terminologie che potrebbero altrimenti confondere e portarci in errore:

Sesso: è la categoria anatomo-biologica di appartenenza in base alla quale si può essere femmina, maschio, o intersessuati (cioè con caratteri maschili e femminili.) Il sesso è determinato dall’interazione tra cromosomi e ormoni.Il sesso è biologico pertanto lo presentiamo tale alla nascita.

Genere: ruolo, comportamenti e attività che la società considera appropriati per maschi e femmine, ovvero quella veste pubblica vissuta e generalmente riconosciuta come bambina o bambino, ragazza o ragazzo, uomo o donna, frutto dell’interazione di fattori biologici, psicologici e sociali.

Per esempio: ho gli attributi femminili (sesso) e gli altri mi percepiscono donna (ruolo o genere).

Spesso «genere» e «sesso» vengono erroneamente scambiati.

Orientamento sessuale: indica il genere e le caratteristiche sessuali oggetto dell’attrazione erotico-affettiva: ne sono esempi l’omosessualità, l’eterosessualità, la bisessualità ecc.

Identità di genere: è la percezione profonda del proprio genere.

Risponde alla domanda: chi sono?

L’identità di genere non deriva necessariamente dalla biologia, e non riguarda l’orientamento sessuale. Nella maggioranza della popolazione, l’identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone “cisgender”). Prendiamo per esempio una donna cisgender: ho gli attributi femminili (sesso); mi sento donna (identità); gli altri mi percepiscono donna (ruolo o genere).

L’identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire “io sono uomo” o “io sono donna”. Esistono persone nelle quali l’identità di genere e sesso biologico non corrispondono: questa discordanza provoca una serie di conflitti interiori, di sofferenze e prende il nome di “disforia di genere” e viene diagnostica come disturbo dell’identità di genere (DIG).

Viene spesso confusa con il «ruolo di genere», cioè l’insieme di ruoli e comportamenti assegnati storicamente, culturalmente e antropologicamente a uomini e donne, da cui deriva il modo di dire «cose da maschi/femmine». Coloro che si oppongono alla supposta «ideologia di gender» sostengono, ad esempio, che criticare i ruoli tradizionalmente assegnati a uomini e donne significa voler confondere l’identità maschile con quella femminile e addirittura abolire le differenze tra i sessi.

Sono però concetti diversi: l’identità di genere indica un modo di percepire sé stessi (che non può essere modificato da interventi esterni, neppure da terapie psichiatriche), il ruolo di genere identifica invece un insieme di aspettative sociali e culturali rispetto a ciò che un uomo o una donna «devono» fare.

Si parla di «non conformità di genere» quando l’espressione esterna (abiti/comportamenti) non è conforme al sesso.

 

Disforia di genere: è la sofferenza che deriva dall’incongruenza tra il genere percepito e quello assegnato alla nascita.

La persona con disforia di genere vive sin dall’infanzia una sensazione di estraneità e sofferenza rispetto alla propria appartenenza sessuale anatomica e al ruolo di genere che le viene assegnato, tanto che per diagnosticare una disforia di genere è necessaria una visita psichiatrica.

 

Transessuale: una persona che altera il proprio corpo chirurgicamente e sul piano ormonale per allinearlo alla sua identità di genere più profonda. In generale allude a una concezione «binaria» dell’identità di genere, secondo la quale si può essere solo maschi o femmine.

Si distinguono pertanto:

  • FTM: acronimo per “female to male”; indica il percorso transessuale dal femminile al maschile. Gli FTM sono persone geneticamente di sesso femminile (aventi cromosomi sessuali XX) che si identificano e si sentono uomini, desiderando di vivere nel ruolo di genere maschile.

 

  • MTF: acronimo per “male to female”; indica il percorso transessuale dal maschile al femminile. Gli MTF sono persone geneticamente di sesso maschile (aventi cromosomi sessuali XY) che si identificano e si sentono donne, desiderando di vivere nel ruolo di genere femminile.

 

Cisgender: è un aggettivo usato per indicare una classe di identità di genere, in cui esiste una concordanza tra l’identità di genere del singolo individuo e il comportamento o ruolo considerato appropriato per il proprio sesso, ovvero “qualcuno a proprio agio con il genere che gli è stato assegnato alla nascita”. ”Cisgender” viene utilizzato in senso opposto a “transgender”.

Prendiamo per esempio una donna cisgender: ho gli attributi femminili (sesso); mi sento donna (identità); gli altri mi percepiscono donna (ruolo o genere).

 

Transgender: è il termine che identifica tutti coloro che assumo un’identità di genere diversa da quella attribuita loro alla nascita: ovvero chi pensa, vive e si comporta non obbedendo a nessun schema anagrafico. Il termine transgender assume diversi significati a seconda degli ambiti in cui è usato. La sua origine è da identificarsi all’interno del movimento LGBT, nato negli Stati Uniti d’America intorno ai primi anni ottanta, per indicare un movimento politico che contesta la logica “eterosessista” e “genderista”, secondo la quale i sessi dell’essere umano sono solo due, che l’identità di genere di una persona debba necessariamente combaciare con il sesso biologico e che il tutto debba restare immodificabile dagli esseri umani.

Il termine “transgender”, quindi, nasce come termine ombrello dentro cui si possono identificare tutte le persone, che non si sentono racchiuse dentro lo “stereotipo di genere” normalmente identificato come “maschile” e “femminile”. Il transgenderismo sostiene che l’identità di genere di una persona non è una realtà duale “maschio/femmina”, ma un continuum di identità ai cui estremi vi sono i concetti di “maschio” e  “femmina”, ovvero uno spettro più ampio tra due poli.

Pertanto il transgenderismo è da considerarsi come un movimento politico/culturale che propone una visione dei sessi e dei generi fluida, rivendicando il diritto di ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi “maschio/femmina”, senza per questo dover subire stigma sociale o discriminazione.

Possono identificarsi come transgender: la persona transessuale operata (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio); la persona transessuale non completamente operata (che ha lasciato integri i genitali di origine); la persona genderqueer (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale); la stessa che non si riconosce nel binarismo uomo/donna.

 

Genderqueer: è l’identità di genere che indica la persona che non si riconosce nel binarismo di genere uomo/donna. Questa persona può considerare la propria identità di genere come qualcosa di “altro” (una sorta di terzo genere), identificarsi con entrambi i generi, con nessuno dei due o con una combinazione di entrambi.

In genere, le persone genderqueer rifiutano la nozione che nel mondo esistano solo due generi, determinati sulla base del sesso della persona. Molti si identificano anche come transgender, un termine onnicomprensivo che include un’ampia gamma di persone, che intendono il proprio genere come diverso da quello assegnatogli alla nascita in base al sesso fisico. Le persone genderqueer possono transizionare fisicamente tramite operazioni chirurgiche, ormoni e altro ma possono anche decidere di non alterare i loro corpi. Possono anche solo transizionare di genere, assumendo in società abbigliamento e atteggiamenti di un genere diverso da quello a loro assegnato.

Tra le varie espressioni genderqueer ci sono le persone genderfluid, che hanno un’identità sessuale fluida: sente di poter passare dal genere femminile che a quello maschile e di appartenere a entrambi.

 

Pertanto, la nuova rivoluzione cominciata negli Stati Uniti già nel 2015 fa riferimento a questo cosiddetto terzo genere o gender x, dando la possibilità ai genitori di non identificare il proprio figlio nel semplice binarismo maschio-femmina, così che crescendo possa essere lui stesso a decidere in cosa identificarsi.

 

Il mondo sta cambiando e questi piccoli passi avanti ne sono la testimonianza.

 

-Kla Canepari

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