[Film]:Viola di mare l’amore nel XIX secolo recensione + opinioni °°by Daniela°

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Avete mai visto il film “Viola di mare”?
E’ tra quelli che preferisco in assoluto, a dirla tutta. Per questo motivo ho deciso di inaugurare la rubrica parlandovene.

Sicilia, XIX secolo, possono Sara (Isabella Ragonese) e Angela (Valeria Solarino) amarsi?


Non in Sicilia. Non nel XIX secolo.
Sara è inizialmente costretta a trasferirsi nel “Continente” a causa della guerra intergiversante. Ben presto perde il padre, una delle tante vittime mietute dagli scontri.
Sulle spalle di Angela pesa invece la figura opprimente di un padre violento, di cui subisce soprusi e vessazioni.
Al ritorno di Sara nel paese natio inizierà la tortuosa storia che porterà le due a scontrarsi con “Don Salvatore” (Ennio Fantastichini), padre di Angela. Quest’ultimo per non disonorare la famiglia, giunge alla drastica soluzione di rinchiudere la figlia in un buio sotteraneo. Saranno zia Agnese (Maria Grazia Cucinotta) e mamma Lucia (Gisella Volodi) a far tornare il verace siciliano sui suoi passi. Ma ad una stravolgente e del tutto inaspettata condizione: Angela “si fa masculo”. Diventerà cioè il figlio maschio tanto desiderato e mai avuto. Angelo: capelli corti e corpo fasciato, del tutto privo di qualsiasi segno di femminilità.
E’ già leggendo il titolo del film che è possibile crearsi aspettative circa il contenuto dello stesso. Il riferimento al nome -in dialetto siciliano- della donzella di mare, un pesce ermafrodito conosciuto in Sicilia, appunto, come viola di mare, che nasce femmina e successivamente diventa maschio, prendendo i colori del fiore.
Un evento naturale, dunque, che nessuno si abroga la libertà di definire “deviato”. Proprio tale osservazione mi diede -e continua tutt’ora a darmi- enormi spunti di riflessione circa i tanti casi di discriminazione e violenza che hanno nel mirino ciò che è visto come diverso: seguendo quale logica (e quale moralità) può un genitore definire la diversa identità di genere di un figlio contronatura, quando è la natura stessa ad offrire molteplici esempi di tali figure?

Eccoci qui, proprio dove volevo arrivare, siamo nel 2016 e solo pochi giorni fa, nella notte fra venerdì 23 e sabato 24 settembre, si è consumato l’ennesimo atto di retrograda violenza omofoba nel centro della movida LGBT romana: due ragazze, desiderose solamente di poter vivere il loro amore liberamente, si sono ritrovate al centro di una vicenda che presenta i connotati dell’orribile: un padre così violento nello scoprire l’orientamento sessuale della figlia da malmenare la ragazza che Lei ama. Una madre che non difende il frutto della sua vita e anzi asseconda il marito nei suoi deviati intenti.
Purtroppo quanto successo a Roma non era la trama di un film o di un romanzo, non ha un lieto fine. E’ la scomoda realtà dei fatti. Una realtà che continua anacronisticamente a ripetersi nel nostro tempo.
Più che nel moderno 2016, leggendo di storie simili ho sinceramente l’impressione di essere ancora nel Medioevo
Vi invito infatti a riguardo a cliccare sul link sotto per farvi un’idea di ciò che di cui parlo, prendendo coscienza di quanto succede in Italia da quasi trent’anni a questa parte:

 

http://www.wikipink.org/index.php/Casi_di_omofobia_in_Italia

 

 

 

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